(42° settimana - anno 2024)
Citazione del giorno:
Legge di Murphy: “Più hai paura di qualcosa, più è probabile che accadrà”
Wall Street chiude la settimana in rialzo, con i grandi nomi delle banche che guidano il mercato verso nuovi massimi. In un momento in cui gli investitori temevano che i tagli dei tassi della Federal Reserve avrebbero danneggiato i profitti bancari, JPMorgan e Wells Fargo hanno dimostrato che la situazione non è poi così negativa. JPMorgan ha addirittura sorpreso gli analisti con un aumento dei ricavi da interessi, mentre Wells Fargo, nonostante una flessione, prevede che la situazione migliorerà nel prossimo trimestre. Entrambe le azioni hanno guadagnato oltre il 4% venerdì, portando l'indice del settore bancario al livello più alto dal 2022. Le banche sono tra i settori che storicamente hanno performato meglio durante i cicli di taglio dei tassi che si concludono con un "atterraggio morbido" dell’economia, ha osservato Apollo Global Management. Analizzando i cicli passati, la società di gestione patrimoniale ha notato che il settore finanziario è spesso uno dei vincitori in queste fasi. I settori, che durante i cicli di taglio dei tassi in cui non si verifica una recessione, hanno auto le migliori performance sono stati: l'healthcare, financial, consumer staples e communication services. Nonostante la stagione degli utili del terzo trimestre sia appena iniziata, c'è una forte dicotomia tra le aspettative degli analisti e l'outlook delle aziende. Gli analisti hanno abbassato le stime di crescita degli utili per l'S&P 500, ora previste in aumento solo del 4,2%, rispetto al 7% previsto a luglio, principalmente a causa del settore energetico. Molte aziende però sembrano fiduciose di poter superare le previsioni. Questa settimana l'inflazione ha sorpreso al rialzo, ma ciò non ha fermato l'euforia del mercato. L'S&P 500 ha toccato un nuovo record a 5.800 punti. Le borse di Shanghai e Hong Kong, invece, hanno bruciato circa 500 miliardi di dollari di valore. Il mercato obbligazionario è rimasto relativamente tranquillo, con i titoli a breve scadenza che hanno registrato i migliori risultati. Nel frattempo, il dollaro ha continuato a rafforzarsi, mentre l’oro ha trovato supporto a 2.600 dollari. Il petrolio è sceso sotto i 76 dollari al barile. Bitcoin ha chiuso in positivo. Dopo un'estate di grandi performance, l'entusiasmo per le small cap si è un po' raffreddato. Il Russell 2000, l'indice che rappresenta le azioni delle piccole aziende, ha vissuto una buona fase durante l'estate, mentre i grandi nomi tecnologici soffrivano e gli investitori speravano in un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve. Quando quel taglio è finalmente arrivato, le small cap hanno smesso di brillare. Da prima dell'annuncio della Fed a metà settembre, il Russell 2000 ha perso lo 0,5%, mentre l'S&P 500 è in aumento di circa l'1%. I tassi più bassi riducono i costi di indebitamento per tutte le aziende, ma le small cap sono più vulnerabili all’incertezza economica perché tendono a portarsi dietro più debiti e hanno guadagni meno stabili rispetto ai loro rivali più grandi. Quando l’economia mostra segnali di debolezza, gli investitori tendono a preferire titoli più sicuri, come quelli delle grandi aziende dell'S&P 500. La fragilità delle small cap è evidente anche nelle previsioni sugli utili. Per la seconda metà del 2024, le stime di guadagno per le aziende del Russell 2000 sono state ridotte di quasi il 20%. A confronto, le aziende più grandi hanno subito riduzioni molto meno drastiche. Prima del 2019, le small caps sovraperformavano regolarmente rispetto ai titoli più grandi. Ma da allora la situazione si è capovolta. Come mostrano le analisi recenti, la sovraperformance di lungo termine delle small cap si è ridotta drasticamente negli ultimi cinque anni, invertendo un trend che durava da quasi due decenni. Scendendo più in profondità, ci rendiamo conto che eliminando le aziende meno affidabili, le small cap possono ancora offrire buone opportunità di investimento in confronto ai titoli più grandi. Con una selezione attenta, ci sono ancora buone opportunità tra le small cap, ma è importante essere consapevoli che possono essere più volatili rispetto ai titoli più grandi e che alcune di loro potrebbero affrontare sfide maggiori in un contesto economico incerto. Mentre le elezioni presidenziali americane si avvicinano, l'attenzione globale è focalizzata su ciò che il risultato significherà per l'economia e i mercati finanziari. Che sia Donald Trump o Kamala Harris a sedere alla Casa Bianca, le politiche economiche che verranno adottate creeranno sicuramente nuove opportunità di investimento, ma anche dei rischi per i portafogli. Le preoccupazioni riguardo alle elezioni sono al quinto posto nelle priorità degli investitori, dietro a questioni come il conflitto in Medio Oriente, i movimenti di mercato in Cina, e le aspettative sulle politiche monetarie della Fed. Nonostante l'incertezza che circonda le elezioni del 2024, i fondi hedge non hanno ridotto significativamente le loro posizioni, mantenendo invece un'esposizione netta elevata rispetto agli anni precedenti. Se Donald Trump dovesse vincere, è probabile che assisteremmo a un rilancio dei cosiddetti "Trump trade" sui settori tradizionalmente legati alle sue politiche economiche (finanziario ed energetico). Le azioni delle banche regionali potrebbero beneficiare di un approccio favorevole alla deregolamentazione. L'energia tradizionale, un pilastro delle politiche di Trump, continuerebbe a vedere un sostegno con l'allentamento delle regolamentazioni sulle esplorazioni di petrolio e gas. D’altra parte, una vittoria di Kamala Harris potrebbe dare un forte impulso alle energie rinnovabili. In linea con la sua agenda climatica, Harris promuoverebbe politiche aggressive a favore dell'energia pulita, sostenendo aziende che operano nel solare, nell'eolico e nello stoccaggio energetico. La difesa è un altro settore che continua a essere di grande interesse, indipendentemente da chi vincerà le elezioni. Le politiche di Trump sono state particolarmente favorevoli all’aumento della spesa militare. Anche sotto una presidenza Harris, la spesa per la difesa non dovrebbe subire drastici tagli. Il rally dovuto al pacchetto di stimoli economici di Pechino è stato breve. Dopo la riapertura dalla Golden Week, i mercati cinesi hanno subito un pesante crollo. L'ultimo aggiornamento del governo sugli stimoli economici non ha soddisfatto le aspettative degli investitori. Il 10 ottobre, la Commissione per lo Sviluppo e la Riforma Nazionale (NDRC) ha rilasciato un comunicato che prometteva di accelerare alcuni investimenti già previsti, ma senza introdurre nuove misure significative. L'assenza di nuovi stimoli ha scatenato una fuga di capitali. Secondo una nota di Goldman Sachs, i fondi speculativi hanno venduto azioni cinesi a livelli record dopo il deludente annuncio del governo. Gli hedge fund non si sono limitati a vendere le loro posizioni long, ma hanno anche incrementato le loro scommesse short. Questo ha contribuito a un crollo del 9,4% dell'indice Hang Seng, il peggior calo giornaliero dal 2008. Per rilanciare l'economia e sostenere una ripresa duratura dei mercati azionari, la Cina deve adottare misure più mirate e a lungo termine. Spingere sui mercati finanziari non basta: è necessario stimolare il consumo interno, fornire sostegni concreti al settore immobiliare e rafforzare la spesa pubblica. C'è una crescente pressione su Pechino affinché utilizzi stimoli più diretti per sostenere i consumi, magari tramite voucher per le famiglie o sussidi per l'acquisto di beni di consumo, ma il governo cinese è sempre stato riluttante ad adottare misure di questo tipo. Gli esperti si aspettano che il governo annunci misure più incisive nei prossimi mesi. Nel frattempo, i mercati azionari cinesi restano estremamente volatili. Anche se il recente rally ha riportato un po' di ottimismo, gli investitori sanno che la strada per una ripresa economica sostenibile è ancora lunga e irta di ostacoli. L’agenda macroeconomica che va dal 14 al 18 ottobre 2024 sarà caratterizzata da alcuni dati macroeconomici di rilievo per le principali economie del Vecchio Continente e per gli Stati Uniti. A catalizzare l’attenzione degli operatori sarà la riunione di politica monetaria della BCE e la successiva conferenza stampa della presidente Christine Lagarde, ma non solo. Negli Stati Uniti verranno pubblicate le aspettative di inflazione dei consumatori della Fed di New York, l'indice manifatturiero Empire State, i dati sulle vendite al dettaglio, l'indice manifatturiero della Fed di Philadelphia, le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, la produzione industriale, l'indice NAHB (mercato immobiliare) e i dati su permessi di costruzione e nuovi cantieri edili. In Germania verranno resi noti i prezzi all’ingrosso, l'indice ZEW e le vendite al dettaglio. In Spagna e Francia usciranno i dati sull'inflazione. Nel Regno Unito saranno pubblicati i dati sui redditi medi, le richieste di sussidi di disoccupazione, il tasso di disoccupazione, l'inflazione, i prezzi alla produzione e le vendite al dettaglio.
VENERDI’
I listini dell’Asia hanno chiuso quasi tutti negativi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite -1,48%, China A50 ha chiuso a -1,56%, Hang Seng chiuso per festività, il Nikkei ha chiuso a +0,45%, l’Australia -0,10%, Taiwan +1,06%, la Corea del Sud Kospi -0,08%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso a -0,10%. Il nostro FTSEMib +0,68%, Dax chiuso +0,85%, Ftse100 +0,19%, Cac40 +0,48%, Zurigo +0,63%. Il Nasdaq +0,33%, S&P500 +0,61%, il Russell2000 +2,10%. L’oro ha chiuso a 2.674,20 dollari l’oncia, mentre il petrolio ha scambiato a 75,49$ per il wti e 78,76$ per il brent inglese. Il prezzo del Natural Gas quotato sul mercato di Amsterdam è di € 39,879. Lo spread BTP/BUND 128,805. L’indice VIX (il termometro dei mercati cioè la volatilità) chiude a 20,46%. Nel periodo pre-covid si attestava tra il 20% e l’11% e sono i due livelli entro cui vi è tranquillità nei mercati finanziari.
PRE-APERTURE
I listini dell’Asia si avviano a chiudere positivi. Nei singoli paesi lo Shanghai composite +2,04%, China A50 ha chiuso a +1,18%, Hang Seng -0,33%, il Nikkei ha chiuso a +0,42%, l’Australia +0,40%, Taiwan +0,41%, la Corea del Sud Kospi +1,20%, l’indice Indiano Sensex ha chiuso a +0,51%. Al momento in cui scrivo i mercati europei hanno una previsione di apertura intorno alla parità così come l’America. L’oro si attesta a 2.676,65 dollari l’oncia, mentre il petrolio chiude intorno ai valori di 74,68$ per il greggio e 78,13$ per il brent. Infine, il Bitcoin quota 64.118 e l’Ethereum 2.538.
Buona giornata e buona settimana.
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